Giuseppe Tangorra
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Passeggiata sul Piave

date » 21-02-2024 13:34

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Stamattina ho fatto una passeggiata lungo il fiume Piave, sul percorso ciclopedonale che porta da San Donà di Piave fino a Noventa.
Ho portato con me la Mamiya 645 con il dorso digitale Hasselblad e ho scattato sapendo di lavorare poi i file ottenuti in bianco e nero.
Ho percorso circa 5km a piedi e mi soffermato diverse volte lungo le sponde del fiume e tra gli alberi per fotografare.

il fiume
Il fiume Piave è uno dei principali fiumi dell'Italia settentrionale, lungo circa 220 chilometri. Nasce dalle Alpi Carniche, nella regione del Veneto, e scorre attraverso il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, per poi sfociare nel Mar Adriatico.
Il Piave è considerato "fiume sacro alla patria" per il suo significato storico e simbolico, particolarmente legato agli eventi della Prima Guerra Mondiale. Questa denominazione deriva dalla sua importanza durante la cosiddetta "Battaglia del Piave", combattuta nell'estate del 1918.

Durante la Prima Guerra Mondiale, il fronte italiano si trovava lungo il fiume Piave, e questa zona divenne cruciale per la difesa del territorio italiano contro le forze austro-ungariche e tedesche. La Battaglia del Piave, svoltasi tra il 15 e il 23 giugno 1918, fu uno scontro decisivo che vide le forze italiane, sotto il comando del generale Armando Diaz, respingere con successo l'offensiva nemica. Questa vittoria ebbe un impatto significativo sulla guerra e contribuì in modo determinante alla sconfitta delle potenze centrali.

Il Piave divenne simbolo di resistenza e patriottismo, incarnando la difesa tenace del territorio italiano. La denominazione "fiume sacro alla patria" sottolinea il valore simbolico che il Piave ha assunto nella memoria collettiva italiana, rappresentando il luogo dove vennero compiuti atti di eroismo e sacrificio per la difesa della nazione.

Passeggiare in questi luoghi ha sempre un certo fascino. Fascino dovuto alla storia del fiume e soprattutto all'atmosfera presente. il percorso ciclopedonale qui è costellato da rami, alberi, vegetazione alta che fa passare fili di luce del sole, in modo da creare un gioco di luci e ombre molto interessante. Ci tornerò sicuramente con Silvia e magari le farò qualche foto qui, ora che è ben visibile il pancione :)

Come si è comportata la Mamiya e il dorso
Ho scattato per ottenere in post-produzione un buon bianco e nero, memore del mio utilizzo del CCD sulla Leica m9. Posso dire che tra i file dei due sistemi c'è differenza, ma non un abisso. Il file Hasselblad è estremamente malleabile, ottimo per la conversione in bn dove puoi facilmente recuperare Luci e ombre (tipico del CCD) e sinceramente non ho avuto problemi neanche lavorando ad "alti" iso. certo, 400 iso non sono molti ora nel 2024, ma pensando a quando è nato questo sistema e per cosa era indirizzato, erano molti. Ho letto in rete che i file a 400 iso di questo dorso sono inutilizzabili anche scattando in condizioni di luce favorevole. In realtà io non ho visto tutto questo problema e anzi, il file non ha avuto nessun tipo di problema e il rumore non era per niente eccessivo. Unica pecca che ho trovato è il fare eccessivo che entra in camera quando si scatta controluce con sole non troppo alto, dovrò controllare se esiste qualche tipo di paraluce per questa ottica; e poi il peso... ragazzi per me che sono abituato a scattare con una Leica Q2, andare in giro con una macchina che pesa 4 volte tanto è stata dura... dura ma non impossibile però. Sicuramente non potrò utilizzarla per lunghe passeggiate ma potrò fare tante cose con questo sistema.

Vi lascio qui le foto della passeggiata di oggi, tutte ovviamente in Bianco e nero, come già detto.

Grazie mille e buona visione

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Mamiya 645 pro Hasselblad CF39MS

date » 20-02-2024 16:20

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verso la fine di Gennaio 2024 ho dato un'occhiata (lo faccio spesso in realtà) sul sito di NOC per vedere se ci fosse qualche macchina fotografica di mio interesse. Ho notato subito una mamiya 645 pro in kit con 3 ottiche e un dorso digitale Hasselblad. L'occasione era troppo ghiotta, desideravo un dorso digitale da quando ne ho visto uno circa 10 anni fa, e lo volevo per la mia vecchia Hasselblad... ma ho trovato un kit con la mamiya, altra macchina che desideravo da anni e allora ho deciso finalmente di realizzare questo mio desiderio.

Nel 1975, Mamiya introdusse la serie M645 delle fotocamere a formato medio. Nel corso degli anni, la serie M645 ha avuto un grande successo, subendo continuamente miglioramenti e affinamenti. Mamiya Leaf/Phase One, le aziende venute dopo Mamiya, producono ancora oggi una versione digitale di alta gamma del modello 645 (la Mamiya 645DF+). Sebbene le nuove fotocamere digitali vendute da Mamiya Leaf siano al di fuori della portata di molti fotografi casuali, la buona notizia è che tutte le fotocamere a pellicola basate sul sistema M645 sono ancora reperibili a prezzi ragionevoli per gli appassionati.
Nel 1993, Mamiya ha rilasciato la Mamiya 645 Pro, la fotocamera che ho davanti ai miei occhi mentre scrivo.
Questa fotocamera è stata prodotta fino al 1998. Una variante di questa fotocamera, la 645 Pro TL, è stata prodotta dal 1995 al 2006. Essenzialmente identica alla 645 Pro, la variante TL include un sistema flash funzionante in TTL.
Insieme alla macchina fotografica ho usato il dorso digitale Hasselblad CF39MS, che sostanzialmente trasforma la macchina da analogica a pellicola mantenendo tutte le caratteristiche d’uso originali della macchina, senza alcun automatismo.

Specifiche
La 645 Pro è una fotocamera a formato medio, reflex a singola lente (SLR) che utilizza pellicola 120 per esporre fotogrammi di dimensioni 6×4,5 cm (dimensioni effettive dell'immagine 56×41,5 mm). Una bobina di pellicola 120 offre 15 esposizioni e una bobina di pellicola 220 ne offre 30. La fotocamera può anche accettare pellicola 35mm e pellicola istantanea attraverso l'uso di adattatori. Questa fotocamera è un vero sistema, con un corpo "core" che può accettare obiettivi intercambiabili e accessori.

Corpo
I modelli precedenti della serie M645 erano realizzati in metallo con rivestimento in finta pelle. La 645 Pro ha una struttura in metallo con una scocca in plastica. Il corpo in plastica ha un aspetto curvo e arrotondato, non affatto squadrato come le fotocamere precedenti. A causa della sua costruzione prevalentemente in plastica, la fotocamera e i suoi accessori sono leggermente più suscettibili ai danni (ne parlerò più avanti).
magazzini Portapellicola
Una differenza significativa tra la 645 Pro e i primi modelli della linea M645 è rappresentata dai cassetti porta pellicola rimovibili. A partire dal predecessore della 645 Pro, la 645 Super, i cassetti porta pellicola possono essere staccati e sostituiti a rulli in corso. Inoltre, questi consentono di indicare la sensibilità della pellicola attraverso un quadrante montato sulla parte superiore (da ASA 25 a 6400, in incrementi di 1/3 di stop), comunicandolo alla fotocamera quando si utilizza la misurazione automatica. Un blocco di sicurezza è integrato nel cassetto e nel corpo della fotocamera, in modo che non si possa staccare il cassettino senza che la leva sia completamente inserita e non si possa aprire l’otturatore quando il cassettino è attaccato ma la leva non è stata rimossa.

Obiettivi
Mamiya ha prodotto una varietà di obiettivi per la serie di fotocamere M645, con lunghezze focali da 35 mm a 500 mm, inclusi obiettivi zoom e speciali. Grazie al comune attacco dell'obiettivo, gli obiettivi prodotti per la fotocamera originale M645 possono essere utilizzati anche sulla 645 Pro e viceversa. Questo significa che se l'obiettivo può essere montato sulla M645, M645 1000s, M645J, 645E e 645 Super, può essere montato anche sulla 645 Pro. Gli obiettivi M645 sono di solito disponibili in due varianti, la serie originale "C" (con "C" per denotare che gli elementi dell'obiettivo sono multistrato per correggere e prevenire irregolarità dell'immagine) e le varianti più recenti "S" e "N" (anche loro trattate). I vecchi obiettivi tendono ad avere corpi in metallo con incisioni e i nuovi una combinazione di incisioni e marcature stampate. Per questa prima prova ho usato un Sekor 45mm 2.8 C e il classico Sekor 80mm 2.8 C ma possiedo inoltre un Sekor 150mm 3.5 C.

Accessori
Come accennato in precedenza, la 645 Pro è una fotocamera a sistema e la sua forza principale risiede nella sua capacità di essere accessoriata per soddisfare le preferenze personali o per facilitare la creazione di un certo tipo di immagine. Ci sono molti accessori disponibili per questa fotocamera.

Mirini e Impugnature
Sono disponibili motori di avanzamento manuali e automatici per la 645 Pro. Il motorino manuale si collega al lato destro della fotocamera e una rotazione completa avanza la pellicola e arma l'otturatore. Non c'è molto da dire su questo motorino, tranne che non richiede batterie per funzionare e può essere posizionato in sei diverse posizioni di partenza. L'altro motorino progettato per la 645 Pro è l'Impugnatura Motorizzata modello WG402.. Questo motorino funge anche da impugnatura destra per la fotocamera e consente anche il collegamento di un normale cavo di scatto filettato sul pulsante dell'otturatore, eliminando la necessità di acquistare il cavo di scatto elettronico dedicato o l'adattatore che si collega al lato sinistro della fotocamera. Il motore nel motorino consente anche esposizioni continue a una velocità di due fotogrammi al secondo.
Esistono due inconvenienti nell'uso del motorino motorizzato. In primo luogo, il motore non è affatto silenzioso. Se il tuo obiettivo è quello di essere discreto durante la fotografia, con questo sicuramente non lo sarai. Non è certo un rumore assordante, ma se ti trovi in una stanza silenziosa, le persone sicuramente si gireranno verso di te. In secondo luogo, il motore motorizzato utilizza sei batterie AA. È un requisito di alimentazione che aggiunge un peso significativo alla fotocamera. L'unico motivo per cui può aver bisogno di così tante batterie è per alimentare la funzione di avanzamento continuo di questo motore. Ma non credo che sia un buon compromesso per poter scattare solo due fotogrammi al secondo. Se desideri utilizzare un'impugnatura motorizzata ma non ti piace l'idea di utilizzare così tante batterie o di avere il peso, puoi utilizzare l'Impugnatura Motorizzata modello WG401 (progettata per la 645 Super), che utilizza solo due batterie AA e tralascia le funzioni extra di questo modello.

Dorso digitale HASSELBLAD CF39MS
Era in kit con la mia mamiya e, per questo, motivo principale dell’acquisto. Parlo del dorso digitale CF39MS. con un sensore da 49.0x36,7mm copre quasi tutto lo spazio dedicato alla pellicola. Certo, i suoi file da 79mb non sono uno scherzo ma io che scatto solo con Leica Q2 sono già abbastanza abituato a file così pesanti.
Il display da poco più di 2 pollici, visto ora nel 2024, ha tante pecche e non riporta l’immagine ad una risoluzione tale da poter capire precisamente se questa sia o meno buona, ma funzionando quasi come una pellicola (ora capirete il motivo di questa frase) alla fine non da neanche tanto fastidio.

vi spiego: sul display non c’è una riproduzione di ciò che vediamo in live view. non abbiamo esposimetro e l’unico modo per esser sicuri di avere una fotografia esposta come desideriamo è solo ragionare come ci trovassimo di fronte ad una pellicola da esporre. Io, personalmente, ho usato stamattina il mio sekonic L-308s per esporre prima di scattare e i risultati li ho visti solo dopo esser tornato a casa, nonostante comunque istogramma e anteprima mi dessero un'idea dello scatto ottenuto.
Il sensore è un CCD da 39Mpixels. Ovviamente parlando di CCD e non di un CMOS, sapevo già di avere un range che andava dai 50 ai 400iso massimi, ma non mi è importato, anche con la q2 non vado quasi mai oltre gli 800 iso quindi è bastato “fermarsi” un attimo prima.
voglio ripetermi: la sensazione è quella di scattare a pellicola. gesti come misurare l’esposizione e mettere a fuoco manualmente sono gli stessi e soprattutto sai a mente che la foto è buona, ti basta solo tornare a casa per avere la certezza. inoltre, è un sistema lento che richiama proprio la lentezza della fotografia analogica.
I file sono splendidi, ho sovraesposto e sottoesposto alcuni scatti proprio per vedere in post produzione fino a che punto potevo spingermi e sono riuscito a recuperare tranquillamente sia alte luci che ombre.

Sono soddisfatto dell’acquisto al punto di consigliarlo?

si, ovviamente. A patto che qualcuno riesca a trovare la stessa configurazione che ho io, a quanto pare non rarissima ma purtroppo ormai difficile da trovare. Per dirla tutta online non si trovano ne video ne recensioni scritte del dorso digitale.
e poi ancora si, ma ancora a patto che si sia interessati a quella tipologia e filosofia di scatto.

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Libro del giorno: IVAN DE FRANCESCO

date » 17-03-2023 09:43

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Ivan De Francesco - CON GLI OCCHI DI UN AMAZIƔ

Il libro di Ivan mi è arrivato ormai già da una settimana ma sfortunatamente ho avuto solo oggi la possibilità di gustarmelo.
Subito una curiosità: Le fotografie di Ivan, orgogliosamente scattate con Leica, sono tutte accompagnate dalle coordinate del luogo dove sono scattate, dando un'idea precisa del posto, che però in sé preciso non è (il titolo completo del libro riporta anche la dicitura "nessun luogo è preciso")

Ecco, io non sono bravo a recensire e infatti questa non sarà una recensione, però ho voglia di parlare di questo libro, si vede chiaramente che la bravura di Ivan non sta solo nella tecnica di scatto ma anche nell'idea che gira attorno alle scelte finali, sia di scatto che di selezione.
Non c'è ricerca di perfezione (nonostante la macchina usata che invece rasenta la perfezione ma... vabbè, io sono di parte), scatta invece in piena libertà senza seguire quelli che sono gli "standard" attuali fotografici (perdonatemi ma vedo sempre più spesso questo modo di fotografare... cioè la ricerca spasmodica della definizione, della perfezione, della tecnica).
Tutto questo è utile al tema raccontato, la vita di questi berberi, popolo che io personalmente non conosco ma che so definirsi libero, proprio come la fotografia presentata da Ivan nel libro.

E questo libro non nasce da chi visita per la prima volta un luogo per pochi giorni e poi fa un libro con la pretesa di saper già raccontare quel popolo e le sue tradizioni, ma da chi in quelle terre ci vive già da qualche anno e pian piano, con umiltà entra a far parte di quella cultura.
Insomma, la voglia di fare un giro da quelle parti grazie ad Ivan è aumentata vertiginosamente... chissà 🙂

ps: nella mia libreria il suo posto è tra un libro di Uliano Lucas e una rara copia di Francesco Paolo Michetti.

se volete acquistarne una copia, il link per l'acquisto è questo:

Link al libro

Le mie foto di Lisetta Carmi

date » 19-04-2016 12:57

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"Ho fotografato per capire", questo il titolo di uno dei libri che ho nella mia collezione di Lisetta Carmi. E per capire il significato di questa frase ho fotografato proprio Lisetta Carmi. Per farlo ho usato la mia fedele Hasselblad e per vedere il risultato ho scelto quello che considero uno dei migliori stampatori d'Italia, un artigiano, di quelli veri. Abbiamo seguito insieme passo passo tutto il processo di nascita della fotografia, dallo sviluppo alla scelta della foto che più rappresentava la mia emozione di quel momento (era quello che cercavo), alla stampa. Oggi il risultato è arrivato nella mia stanza dei viaggi ed è pronto per essere appeso con fierezza sulla mia parete!
Il mio ringraziamento quindi va a Giulio Limongelli, persona unica e GRANDE stampatore!
GRAZIE!

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